Huawei e il China Huaneng Group, sostenuto dallo stato, hanno ufficialmente dato il via a una flotta di 100 autocarri minerari autonomi presso la miniera di carbone a cielo aperto di Yimin nella Mongolia Interna. Non si tratta dell’ennesimo programma pilota provvisorio; è ora la più grande flotta operativa del suo genere al mondo, con autocarri senza cabina, completamente elettrici, incaricati dell’ingrato ma essenziale compito di trasportare carichi da 90 tonnellate di carbone 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche a temperature che precipitano a –40°C.
Il cuore pulsante tecnologico di questa imponente operazione è un sistema di guida autonoma full-stack, alimentato dalla rete 5G-Advanced di Huawei e dal suo Commercial Vehicle Autonomous Driving Cloud Service (CVADCS). Un rappresentante dell’azienda ha notato che una miniera a cielo aperto è un “campus chiuso”, rendendola un rompicapo decisamente più semplice da risolvere rispetto all’imprevedibile traffico cittadino. L’intera operazione si basa sul sistema operativo industriale dedicato di Huawei, MineHarmony, una piattaforma IoT specializzata progettata per unificare i vari protocolli delle macchine pesanti e consentire una condivisione fluida dei dati.
Questa implementazione iniziale di 100 autocarri è solo la prima fase, con piani di espansione a 300 veicoli in questa singola miniera. Allargando lo sguardo, la China National Coal Association stima che una flotta a livello nazionale di oltre 5.000 autocarri minerari automatizzati sarà operativa entro la fine di quest’anno, un numero che dovrebbe raddoppiare a 10.000 entro il 2026. Non è un mero esperimento; è una rivoluzione industriale in piena regola, che viaggia su ruote giganti e infangate.
Perché tutto questo è rilevante?
Mentre la tecnologia occidentale sembra spesso fissa sull’idea di far consegnare un burrito tiepido da un robot, la Cina sta dispiegando la tecnologia autonoma su scala colossale in settori sporchi, ma essenziali. Questa mossa sfida i colossi affermati delle macchine pesanti come Caterpillar e Komatsu, accoppiando un gigante tecnologico nazionale con un’impresa statale. È un’applicazione pragmatica e di forza bruta di IA e autonomia, volta ad aumentare l’efficienza di un dichiarato 20% rispetto ai conducenti umani e, cosa ancora più importante, a rimuovere gli esseri umani da uno dei luoghi di lavoro più pericolosi al mondo. Il futuro dell’automazione industriale potrebbe non essere un amichevole umanoide, ma una flotta di autocarri instancabili e a guida autonoma che non si lamentano mai del tempo.






