Pensavate che il vostro burrito non potesse diventare più autonomo? Che il suo viaggio verso la vostra tavola non potesse prescindere ulteriormente dal tocco umano? Beh, preparatevi a ricredervi. Uber Technologies, Inc. e Starship Technologies, Inc. hanno annunciato una partnership epocale per portare i robot di consegna su marciapiede alle masse. E non stiamo parlando dell’ennesimo programma pilota limitato in un codice postale di cui nessuno ha mai sentito parlare; è un lancio multicontinentale che prenderà il via a Leeds, nel Regno Unito, questo dicembre, per poi espandersi in tutta Europa nel 2026 e sbarcare negli Stati Uniti entro il 2027. L’accordo connette l’esercito di migliaia di robot di consegna navigati di Starship direttamente alla piattaforma Uber Eats.
Starship, diciamocelo, non è certo l’ultima arrivata in questo gioco. Mentre altre aziende sono ancora lì a pavoneggiarsi con robot bipedi luccicanti che, con un po’ di fortuna, riescono quasi ad aprire una porta, la flotta di Starship ha già completato oltre nove milioni di consegne e percorso milioni di chilometri sui marciapiedi pubblici. Il dispiegamento iniziale a Leeds vedrà all’opera robot autonomi di Livello 4 – il che significa che operano per lo più in autonomia – gestendo consegne entro 30 minuti in un raggio di circa tre chilometri. Con una flotta attuale di oltre 2.700 robot che hanno attraversato la strada con successo circa 200 milioni di volte, l’esperienza di Starship è il piatto forte, anzi, il menù degustazione completo, di questa offerta.
Perché è importante?
Questa partnership segnala un punto di maturazione significativo per la consegna autonoma. È un passaggio da demo tecnologiche speculative a una logistica pratica e su larga scala. Integrandosi con la mastodontica piattaforma di Uber, Starship ottiene accesso a una base clienti gigantesca, mentre Uber si assicura una soluzione collaudata, scalabile e — cosa fondamentale — economica per il famigerato e costoso ultimo miglio. Mentre l’industria brucia montagne di denaro in progetti fantascientifici che sembrano usciti da un film di Spielberg, questa collaborazione è una scommessa sulla redditività che, pur strisciando sul marciapiede, è noiosa, efficiente e, soprattutto, concretamente tangibile. È una tacita dichiarazione che il futuro delle consegne locali potrebbe non essere fatto di droni volanti o corrieri umanoidi, ma di un esercito di robot a sei ruote, discreti, magari non fotogenici, ma che, dannazione, portano a casa il risultato.






